Dentro, Fuori: Oltre
è la versione poetica di una lunga storia.
È una raccolta di quindici scritti poetici, alcuni inediti altri già conosciuti.
Qui troverai una sintesi dell'opera.
Preparativi emotivi
Io mi sto preparando,
non so tu, ma io lo sto facendo.
Io mi sto preparando
al giorno in cui la verità verrà fuori e farà male,
sarà come sale sulle ferite.
Io mi sto preparando,
a quando le barriere del mio cervello cederanno
e quella diga di caos prenderà il sopravvento.
Io mi sto preparando
a quando quelle cicatrici che ora sembrano non esserci più,
torneranno visibili come la prima volta.
Io mi sto preparando
a quando tornerò nell’abisso
a lottare con le tenebre.
Io mi sto preparando
a quando sentirò le ginocchia cedere
e non ci sarà più tempo perché una mano amica
mi aiuti a risollevarmi.
Io mi sto preparando,
non so tu, ma io lo sto facendo.
Nascosta in un sorriso
Sensibile,
come un fiore in piena estate
quando l’ombra che lo copre
è più grande di me.
Sensibile,
come una foglia in pieno inverno
quando il vento che la muove
è più forte di me.
Fragile,
come la voce che si spezza,
quando piangi e sei di fretta.
Trattengo tutto e scappo per sorridere,
davanti agli occhi di un bambino,
davanti al gesto di un anziano,
davanti al peso di un ricordo
che nessuno mai noterà.
Perché basta sorridere,
sorridere è facile,
per le persone come me.
Delicata follia
C’è chi ti disprezza
perché ti ha troppo vicino.
E poi ci sono i pazzi,
che parlano con te
anche se tu non ci sei.
C’è chi ti distrugge
perché vali troppo.
E poi ci sono i pazzi,
che rimettono insieme i tuoi pezzi,
anche se non li conoscono.
C’è chi ti ferisce
perché tu non sia felice.
E poi ci sono i pazzi,
che vivono nel ricordo del tuo sorriso.
C’è chi ti manipola
perché tu non sia libera.
E poi ci sono i pazzi,
che volano con te sfiorando l’infinito.
C’è chi ti evita
per non darti affetto.
E poi ci sono i pazzi,
che ti stringono nelle braccia ogni notte,
anche se tu non lo sai.
C’è chi di te non se ne fa niente.
E poi ci sono i pazzi.
IV Settembre
Mi ricordo ogni singola cosa.
Faceva caldo e la stavo aspettando.
Mi sono accesa una sigaretta e mi guardavo intorno.
Sorridevo perché ero felice.
Poi quella notifica. Era lì.
L’ho cercata per un attimo e l’ho vista.
Di spalle, mi rintracciava tra la gente.
E poi quell’abbraccio, finalmente.
Quel suo: «Vieni qui».
Aveva i jeans e una maglietta blu.
Mi ha stretta a sé.
Un abbraccio che è stato Casa.
Lungo. Forte. Stretto. Vero. Vivo.
Uno di quegli abbracci che abbracciano.
«Avevi ragione: tu parli quando abbracci».
L’ho stretta ancora.
«Dimmi», mi ha sussurrato con dolcezza.
Mi si sono riempiti gli occhi di lacrime.
Siamo rimaste in silenzio per qualche istante.
Lo abbiamo respirato e vissuto.
Fino in fondo.
Insieme.
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