Ricordo che salvavo immagini di tatuaggi già all'età di quattordici anni, sul mio primo telefonino. Ammiro quest'arte da quando sono adolescente e da sempre mi ha colpita e fatta riflettere il concetto del “per sempre”: un segno, una linea, una storia sulla pelle che rimane lì a raccontare un pezzo di noi nel tempo.
E come dimenticare quanto ho insistito con i miei genitori affinché mi dessero il consenso per farne uno: non c'è stato verso, ho dovuto attendere quattro lunghi anni. Due giorni dopo il mio diciottesimo compleanno però, ero nello studio de il mio tatuatore di fiducia (vedi a fondo pagina) e da quel giorno non ho più smesso.
Per me il tatuaggio deve avere un significato, infatti, questo spazio è dedicato proprio a questo: alle storie, alle idee, ai valori che porto sulla mia seconda pelle, quella fatta di inchiostro e bellezza.
Il mio primo tatuaggio.
Per quanto possa essere piccolo, avrò sempre un sogno. Sì perché io non mi stanco mai di fare progetti, avere obiettivi o qualcosa in cui credere.
Il quadrifoglio oltre a portare fortuna è la rappresentazione di me insieme a mio fratello e alle mie due sorelle.
Il fiore di loto, simbolo di resilienza, vive nello stagno ed è in grado di sbocciare e vivere in mezzo al fango.
Al di sotto l'unalome, un simbolo buddista, che rappresenta il percorso esistenziale dell'essere umano, dal caos alla pace.
Ho scelto di rappresentarlo sulla schiena affinché sia il mio spirito guida, una sorta di totem filosofico.
Il panda è simbolo di equilibrio poiché la sua natura bianca e nera rappresenta il dualismo dello Yin e dello Yang.
In realtà oltre a questo, c'è da dire che “Panda” è stato il mio soprannome durante gli anni del liceo: erano anni in cui non avevo un buon rapporto con il sonno e le occhiaie erano notevoli.
Nel mio tatuaggio il cucciolo gioca con una farfalla, questo perché ne è incuriosito, un po' come la me liceale del tempo.
Simbolo di intimità, femminilità, spiritualità e fragilità.
L'angelo con le ali aperte indica anche libertà e trasformazione.
Vidi un'immagine simile che mi colpì molto, ma rimasi indecisa per mesi prima di tatuarmi, c'era qualcosa che mi sfuggiva.
Poi capii: dovevo trovargli una storia.
Questo angelo è per me simbolo di maternità e rappresenta quella bambina che poteva non arrivare al mondo tra le braccia calorose dei miei genitori, ma raffigura anche quella figlia che ha lottato per essere qui.
È spaventata, diffidente, si copre con le sue vesti angeliche, ma non chiude le ali, non si chiude in se stessa; china il capo e i capelli le accarezzano il viso ma l'espressione è dolce, mite.
Il numero Quattro è un numero ricorrente nella mia vita.
Nel bene e nel male.
Basti pensare che sono nata ad Aprile, il quarto mese dell'anno.
L'araba fenice è simbolo di immortalità e capacità di superare le difficoltà, di rialzarsi dalle proprie ceneri e riprendere a vivere.
Questo tatuaggio l'ho fatto dopo che è venuta a mancare la mia nonna materna, Natalina: la lettera N, infatti indica proprio la sua iniziale.
È stato un caso che diventasse anche l'iniziale del mio nome d'arte cinque anni dopo.
Il tatuaggio, nel suo insieme, descrive perfettamente il carisma che aveva mia nonna, che mi ha trasmesso e nel quale mi identifico.
Papà
Brontolo perché brontola sempre ed è diventato il suo soprannome, sia in famiglia che tra amici.
Mamma
Gufo è il suo soprannome. Perché Anacleto? Perché ridono allo stesso modo.
Io & Luca
Io Cip, lui Ciop.
Complici, amici, fratelli.
E se ti dico Shakespeare?
Sono molto affezionata a questo tatuaggio perché questa frase ha segnato l'inizio di uno dei rapporti di Amicizia più preziosi e rari ch'io abbia mai avuto nella mia vita.
Mi viene chiesto spesso, ma il font utilizzato non è replicabile poiché la calligrafia è autentica. Sì, hai capito bene: è stato scritto a mano.
Simbolo di libertà e indipendenza, il colibrì, essendo un uccellino piccolo e solitario indica anche il viaggio, la vitalità, l'energia, la perseveranza.
È anche simbolo di leggerezza ed io, quando ho deciso di tatuarmi ero in una fase di ricerca di frivolezza.
I fiori di pesco rappresentano rinascita, crescita personale, bellezza e amore. Il loro significato cambia a seconda delle culture.
A me personalmente piace accostare al colibrì il simbolo della femminilità, della purezza e della delicatezza.
Questo tatuaggio lo vidi per la prima volta all'età di dodici anni, era rappresentato su una rivista. Lo ritagliai e lo incollai in uno dei miei diari.
È rimasto lì fino a marzo del 2025 quando, sistemando in soffitta, è riemerso dalla polvere.
Ho capito fosse arrivato il momento di inciderlo sulla pelle perché la me bambina e la me adolescente che hanno avuto a che fare con dei mostri spaventosi, ad oggi, con quegli stessi mostri, hanno fatto pace.
E dunque questa stretta di mano simboleggia proprio quel passaggio all'età adulta; talvolta è un varco che terrorizza, a maggior ragione se ci sono degli irrisolti, ma quando ci si passa attraverso, si giunge finalmente ad una consapevolezza pacifica.
Questo tatuaggio, insieme alle parole di un artista, è legato ad un sogno che ho fatto e su cui ho lavorato in psicoterapia: simboleggia il superamento del lutto della mia nonna materna.
Eravamo a Torino e l’avrei dovuta portare al Museo Egizio per esaudire uno dei suoi sogni, ma era chiuso e allora le ho proposto Villa della Regina.
Eravamo nel cortile esterno davanti alla maestosa fontana e c’era un tramonto dai colori cangianti.
Lei era bella, sorrideva e mi guardava con gli occhi pieni di Amore.
In sottofondo c’era una delle mie canzoni preferite di Tiziano Ferro, Per dirti ciao! e ricordo solo di averla abbracciata forte forte a me piangendo, ci siamo strette e abbiamo iniziato a ballare insieme su queste parole:
Soffierà nel vento una lacrima che tornerà da te per dirti ciao!
Ciao, mio piccolo ricordo in cui nascosi anni di felicità, ciao!
E guardami affrontare questa vita, come fossi ancora qui.
Era il 31 di Luglio del 2016 e c'era un apericena latino in piscina. Ci andai con una coppia di amici perché quell'anno avevo iniziato a muovere i primi passi per strada, alle feste di paese.
C'era anche lei quella sera.
L'indomani le scrissi: “Ciao! Scusa l'orario, sono Nene, la ragazza che è venuta all'apericena. Volevo solo ringraziarti per avermi fatta sorridere.”.
Da quel messaggio non ci siamo più lasciate e nel corso degli anni, siamo diventate sorelle. Non di sangue, ma per scelta: lei la mia Big Sister ed io la sua Little Sister.
Ecco perché i due cuori che si intrecciano, uno più grande e uno più piccolo, con stelle diverse, perché siamo diverse pur sempre unite.
Danilo Ganci, nato a Palermo e residente in provincia di Bologna, lavora in uno studio ad Alto Reno Terme.
È un artista poliedrico e completo che fa del suo talento la sua più grande passione. Si è classificato al primo posto alla Piacenza Tattoo Convention nel 2019.
Con un bagaglio di esperienza ventennale si occupa oramai di ogni genere, stile e grandezza di tatuaggio.
Se non vi fidate, date un'occhiata ai suoi lavori sul suo profilo Instagram.